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Attualità sabato 02 maggio 2020 ore 12:51

Coronavirus, l'appello dei Comuni di confine

La richiesta dei sindaci di Toscana ed Emilia Romagna: consentire gli spostamenti tra Regioni confinanti e nelle seconde case



VERNIO — Consentire gli spostamenti dei cittadini che abitano nei territori montani e di confine così da agevolare le relazioni familiari a cavallo tra due Regioni. E' l'appello dei sindaci di diversi comuni di Toscana ed Emilia Romagna che, in una lettera, chiedono al presidente di Anci Decaro di farsi portavoce delle loro proposte al governo.

Tra i primi cittadini toscani ci sono Giovanni Moraganti (Vernio), Tommaso Triberti (Marradi), Primo Bosi (Vaiano), Emaniele Piani (San Godenzo), Gugliemo Bongiorno (Cantagallo), Giampaolo Buti (Firenzuola), Philip Moschetti (Palazzuolo sul Senio).

"I nostri comuni  - scrivono i sindaci- risultano collocati in area interna, montana e di confine, e già questo evidenzia la difficoltà di poter offrire servizi adeguati alle persone che qui hanno deciso, nonostante tutto, di continuare a vivere e ad operare".

"Essendo comuni di confine - spiegano i primi cittadini- abbiamo molte relazioni familiari (anche strette) a cavallo tra le due regioni, con situazioni che, distanziati da pochi chilometri, vedono affetti separati in due regioni diverse, e che allo stato attuale ne impedirebbe i ricongiungimenti: si rischia di creare nel giro di pochi chilometri, cittadini di serie A e cittadini di serie B. Sarebbe perciò auspicabile la possibilità di consentire, per tali casi particolari e comprovati, gli spostamenti interregionali, magari anche limitatamente al Comune immediatamente confinante dell'altra regione".

Per quanto riguarda le seconde case, secondo i sindaci "è certezza che, nonostante l’enorme sforzo messo in campo dalle nostre Polizie Municipali e dalle forze dell’ordine, con l’arrivo della bella stagione sarà impossibile intercettare tutti gli spostamenti non consentiti, ed in particolare quelli verso le seconde case di proprietà, dove per altro alcuni cittadini hanno la residenza anagrafica. E allora sarebbe forse opportuno studiare delle regole che, fermo restando il principio fondamentale e inderogabile della tutela della salute di tutti i cittadini residenti e no, consentano di rendere possibili e regolari questi spostamenti. Si potrebbe, per esempio, prevedere che lo spostamento sia di ragionevole durata, tale da garantire una lunga permanenza in loco. Lo spostamento potrebbe essere accompagnato da una dichiarazione formale da inviare al comune di destinazione, in modo che si possa avere il controllo delle presenze sul territorio. Nei nostri territori molti cittadini, originari di queste montagne, si trasferiscono per passare l’intero periodo estivo".

"Siamo profondamente convinti che i nostri territori, anche per la scarsa densità di popolazione, abbiano tutte le caratteristiche per consentire una migliore condizione di sicurezza sanitaria rispetto agli agglomerati urbani - scrivono i sindaci - Ma siamo altrettanto convinti che i provvedimenti che sono costruiti per rispondere a livello nazionale abbiano la necessità di essere 'affinati' territorio per territorio".


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