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Attualità venerdì 27 ottobre 2023 ore 18:50

Annata nera per la montagna toscana a secco di marroni

Raccolta dei marroni - Foto Coldiretti

Tra i territori cuore pulsante della produzione del frutto autunnale c'è l'Alto Mugello che paga le conseguenze dell'alluvione e del clima pazzo



FIRENZE — Il clima del 2023 non ha favorito affatto l'agricoltura. Anzi, tutt'altro. Anche in Toscana le criticità sono molte e tra queste ne sta emergendo un'altra legata ad un prodotto tipico dell'autunno.

Ceste vuote, essiccatoi spenti e futuro mai così incerto anche per il Marrone del Mugello. Nei 15mila ettari di castagneti tormentati dagli sbalzi climatici e feriti dall’alluvione dello scorso Maggio le piante secolari sono in grande sofferenza ed il marrone scarseggia come poche altre volte nella storia. Il brulicare di raccoglitori tra le marronete ha lasciato il posto al silenzio. 

A denunciarlo è Coldiretti Firenze che sta monitorando l’andamento della raccolta nell’Alto Mugello come anche nel resto della regione con dati sulla produzione affatto positivi. “Quelli che erano i timori e le preoccupazioni degli agricoltori all’indomani dell’infausto evento alluvionale di Maggio si sono materializzati. Sono migliaia le frane, gli smottamenti e scivolamenti del terreno per effetto delle piogge eccezionali che hanno interessato centinaia di ettari di castagneti in parte oggi ancora inaccessibili. Lo stress provocato da questi fenomeni ha creato grandissima sofferenza alle piante, per lo più secolari, che oggi sono spoglie di ricci e frutti. Se a questo enorme handicap ci aggiungiamo un andamento climatico non favorevole il quadro è purtroppo completo" spiega Cesare Buonamici, Presidente Coldiretti Firenze ”.

“Il marrone è per il Mugello come il Chianti lo è per Firenze o il Brunello per Montalcino. – va dritto al sodo Arturo Raffini, storico castanicoltore di Piancaldoli nel Comune di Firenzuola – Questa annata è da calamità naturale. Una situazione simile l’abbiamo vissuta con il Cinipide galligeno, nel 2014, quando la produzione era stata azzerata. La capacità di produrre reddito è essenziale per evitare l’abbandono di questi territorio incentivare il suo ripopolamento. Molte aziende, come la mia, si sorreggono sulla castanicoltura”.
“E’ un’annata difficile. – termina Fabio Billi. - Unica nota positiva: la qualità eccellente”.


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