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Attualità mercoledì 15 gennaio 2020 ore 06:35

In Toscana attivi oltre quattromila tartufai

La Lega chiede che sia fatta una mappatura delle tartufaie. L'assessore regionale Remaschi ha risposto a un'interrogazione specifica



FIRENZE — “Il numero dei cercatori attivi di tartufi ammonta in Toscana a 4.100 unità, i proventi derivanti dal rilascio dei tesserini abilitativi negli ultimi anni è di 382mila 498 euro per il 2019, 370mila 970 nel 2018 e 365mila 817 nel 2017”. Queste alcune risposte dell’assessore regionale all’Agricoltura, Marco Remaschi all’interrogazione presentata in Aula da Lega nord sulla situazione della raccolta dei tartufi nel territorio regionale.

L’assessore ha poi ricordato che “le somme dei proventi derivanti dal pagamento dei tesserini annuali per la raccolta, destinati ad incentivare interventi di tutela, valorizzazione e ripristino ambientale, sono di 108mila 240 euro nel 2019 (proventi 2018), 120mila 668 nel 2018 (proventi 2017) e di 108mila nel 2017 (proventi 2016)”. 

Tra i beneficiari del 2018 risultano i comuni di Montalcino, Asciano e Monteroni d’Arbia in provincia di Siena; San Miniato e Palaia in provincia di Pisa; Capolona in provincia di Arezzo; Barberino di Mugello in provincia di Firenze; tra le associazioni, quella dei tartufai delle colline Alta Val di Cecina, bassa Val d’Elsa e delle valli aretine. I progetti finanziati hanno tutti come oggetto iniziative di valorizzazione della risorsa tartufo mediante la realizzazione di eventi di promozione e valorizzazione anche economica.

“Non possiamo assolutamente dichiararci soddisfatti – ha risposto Marco Casucci (Lega nord)- perché l’assessore ha esplicitato una serie di problemi che restano sul tappeto e vanno affrontati. La mappatura delle tartufaie controllate non è tra le finalità: andrebbe fatta, e sarebbe buona azione politica, per definire le percentuali adibite alla libera ricerca”. 

Nell’interrogazione presentata, Casucci chiedeva poi di verificare “se la Regione si fosse adoperata per un controllo inerente alla legittimità delle tartufaie riservate negli ambiti afferenti al reticolo idrogeografico” e “le azioni intraprese per sanare eventuali irregolarità”. Casucci precisa: “ci risulta che il 90 per cento delle tartufaie siano nell’ambito del reticolo idrogeografico e mi stupisco che ci siamo mossi solo a seguito di segnalazioni”. “Il problema di fondo – conclude - è il rispetto della legalità anche in questa materia”.


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