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Attualità mercoledì 30 agosto 2017 ore 14:34

L'abbraccio del Papa alle vittime del Forteto

Foto Facebook Duccio Tronci

Papa Francesco, al termine dell'udienza generale, ha incontrato le vittime del Forteto accompagnate in Piazza San Pietro dal cardinal Betori



CITTA' DEL VATICANO — Il Santo Padre ha voluto incontrare, al termine dell'udienza generale, una delegazione delle vittime della comunità del Forteto, il cui guru Rodolfo Fiesoli è stato condannato in appello a 15 anni e sei mesi per maltrattamenti ed abusi sessuali anche su minori.

"Auguro a tutti - ha detto loro, insieme agli altri gruppi e pellegrini di lingua italiana - che la vostra visita alle tombe degli Apostoli vi rinsaldi nell'adesione a Cristo e vi renda suoi testimoni nelle famiglie, nelle comunità ecclesiali e nella società civile".

In tutto erano in 15 i componenti della delegazione delle Vittime del Forteto presenti all'udienza generale col cardinal Betori, che al termine ha potuto salutare e abbracciare il Papa, scambiando con lui alcune battute.

Ed è stato proprio l'arcivescovo di Firenze a spiegare a Papa Francesco tutta la vicenda della comunità Il Forteto nel corso dell'incontro separato che, dopo l'udienza generale, il pontefice ha avuto con lui e con una delegazione delle vittime degli abusi. 

Il cardinale ha espresso "viva gratitudine a Papa Francesco che al termine dell'udienza generale ha voluto incontrare separatamente per alcuni minuti un gruppo rappresentativo delle vittime del Forteto, riservando loro parole di vicinanza e conforto".

"L'incontro con il Santo Padre - ha detto Betori - è stato fonte di consolazione per le vittime che si sono strette attorno a lui come figli lacerati e sofferenti, ma il suo gesto di accoglienza rappresenta anche un importante segno di sostegno al cammino intrapreso dalle vittime perché emerga la verità sugli atti criminosi che hanno segnato la vita del Forteto, seminando profonda sofferenza che resta iscritta nella carne e nell'animo di tante persone. Una verità - dice Betori - che deve essere sancita nelle aule della giustizia come pure deve diffondersi nella coscienza della collettività, soprattutto di coloro che hanno responsabilità nella conduzione della vita della società, chiamati ad assumere decisioni che riportino la legalità dove essa è stata così gravemente offesa, e impediscano la reiterazione dei crimini. Il cammino di riparazione e rigenerazione, che ha trovato luce e forza nelle parole e nei gesti di vicinanza del Papa, infatti include anche il porre fine definitivamente alle aberranti prassi di disfacimento della famiglia naturale che sono alla base degli abusi che hanno causato tante sofferenze".


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